Sono sempre più meravigliato di come le cose invece di andare avanti vadano indietro: due delle barche che dovrebbero compiere il giro del mondo hanno avuto problemi nelle prime 24 ore dalla partenza. Negli anni 80 le barche che prendevano parte a questa regata erano effettivamente pronte ad affrontare qualsiasi condizione meteo. Questo dovrebbe essere lo spirito di una regata oceanica. Essere sicuri di partire e arrivare nel porto di destinazione. Questo vale per qualsiasi navigazione.
Purtroppo con l’introduzione degli sponsor nelle regate molto è cambiato. Lo sponsor è interessato solo al ritorno di immagine e ha scoperto che in caso di incidente il ritorno mediatico è molto maggiore e senza spese. Meglio una barca che si spacca di una che arriva quarta.
Così poco a poco ci si è allontanati da quello che è l’intento di una navigazione e si parte con barche che è dimostrato si disfano con 30 nodi di vento.
Già anni fa ero stato a parlare con un amico che doveva partire per una Ostar con un 40 piedi ed era terrorizzato di uscire dal porto perché c’erano 70 nodi di vento. Di fatto alla fine non è nemmeno arrivato alla linea di partenza. Mesi prima avevo incontrato una coppia di pensionati inglesi in Norvegia che a Maggio era arrivata dall’Inghilterra con una barca di dieci metri degli anni 70. A vederli in banchina non avresti mai immaginato la loro esperienza. Lei mi disse: “Si la navigazione non è stata molto confortevole, specie quando dopo tre giorni di forza 10 siamo stati investiti da un forza 12” e stiamo parlando di Mare del Nord.
Altro fattore scandaloso è la assoluta dipendenza dai sistemi informatici che questi moderni bolidi necessitano per andare avanti. In un articolo sulla Transat Jacques Vabre leggo di come lo skipper deve assolutamente salire in testa d’albero per sostituire la freccia dell’indicatore del vento altrimenti il pilota automatico non riesce a ottimizzare le informazioni per rendere la barca più veloce…….pazzesco. A chi dobbiamo dare allora il merito de queste vittorie?? Che fine ha fatto la sensibilità e l’esperienza marina dello skipper? Forse ormai la sua sta diventando una attività di manutenzione a bordo.
Che cosa succederebbe ora se per causa di una tempesta solare tutti i sistemi informatici andassero fuori uso o se si trovassero senza energia elettrica a bordo? Non saprebbero più nemmeno dove si trovano?
Meditate gente e la prossima volta che salirete a bordo spegnete il GPS e rispolverate squadrette, compasso, bussola da rilevamento e se avete un sestante tanto meglio.
Buon Vento, stefano